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La rivoluzione sensoriale del tablet

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Se considerate il tablet poco più un grosso smartphone che non telefona il panel di Laura Chaibi, global research director di Yahoo!, durante la Social Media Week  (qui lo speciale di Corriere.it) avrebbe fatto al caso vostro. Non solo, secondo la ricerca presentata da Chaibi e basata sul mercato britannico, si sta trasformando in un compagno inseparabile durante le varie fasi della nostra giornata ma è anche destinato a rubare parte delle nostre attenzioni all’altro dispositivo mobile per eccellenza: lo smartphone.

In Italia per ora c’è un abisso: a fine 2013 in circolazione c’erano 37 milioni di telefoni cellulari intelligenti e 7,5 milioni di tavolette. La ragione è, se non soprattutto, anche temporale. Il primo iPhone e il primo iPad, i due modelli che hanno lanciato altrettante ossessioni, sono arrivati a tre anni di distanza, 2007 e 2010. Chaibi ha mostrato come in questi tre anni di vita e sviluppo i tablet abbiano ormai conquistato ogni zona delle nostre abitazioni. L’8% degli utenti non se ne separa anche quando va in bagno. La stanza più gettonata, con una percentuale del 78%, è il salotto, dove la tavoletta è seconda solo alla televisione nelle preferenze di mezzo per fruire di contenuti e comunicare. Un primo dispiacere per lo smartphone, che si riprende in camera da letto, dove iPad e simili si fanno comunque sentire con un buon 46%.

Appurato che siamo sempre più dipendenti anche da questo più ampio schermo touch, ci si chiede quali siano le attività più gettonate. Chaibi ha risposto, entusiasta: “Browsing”. Navigazione in Rete. La vecchia e cara navigazione senza dove passare da applicazioni e programmi vari. “Il tablet ci sta facendo recuperare il piacere di stare online”, dice la global research director di Yahoo!. Altro dato che le ha fatto alzare il tono di voce è quello sull’utilizzo collegato alla televisione. Con il 37% è la seconda situazione più citata dopo il semplice svago casalingo. E, dati alla mano, Chaibi assicura che sono ben pochi gli ambiti in cui lo smartphone ha la meglio mentre si sta guardando il piccolo schermo: consultazione del sito del programma in onda, ricerca di informazioni aggiuntive o download di applicazioni vedono, anche solo per questioni di dimensioni dello schermo, primeggiare il tablet. Il telefonino si riprende con lo scambio di messaggi in tempo reale in virtù della maggiore maneggevolezza.

Ma Chaibi va oltre la diagonale del display, parla di un’esperienza sensoriale a 360 gradi. Il tablet esalta vista, udito e tatto e può scaraventarci in un altro contesto. “Non si tratta più di vedere un’immagine proiettata sullo schermo, come nel caso della televisione”, ha spiegato una sempre più entusiasta Chabi. “Pensate alla Coppa del Mondo di Calcio e alla possibilità di ruotare in mezzo alla stanza con il vostro tablet in mano e di vedere quello che vedreste in uno degli stadi brasiliani”. Il limite è la fantasia in un futuro in cui l’oggetto che teniamo fra le mani potrebbe provare a stimolarci in nuovi modi. Ed è l’e-commerce, che diventa t-commerce, a doversi sfregare le mani. Se i nostri sensi sono solleticati siamo più propensi ad acquistare.  Nel Regno Unito, terreno già molto fertile per il commercio elettronico, si stima che l’82% degli acquisti fatti tramite mobile siano riconducibili a un tablet. E ancora, si ascolta più musica, si leggono più notizie e ci si accompagna al dispositivo novità anche mentre cucina. “Aumentano persino le occasioni di condivisione con i figli”, assicura Chaibi. Mentre noi cerchiamo di non dimenticare il valore dei momenti privi di connessione.


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